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L’ALBERO DELL’APPARIZIONE

Il 18 maggio 1480, tra le fronde di un pioppo bianco, detto localmente “alno”, la Vergine Maria apparve ad un contadino, di nome Floro, mentre era intento ad arare il suo podere nella contrada del Perdono. Era mezzogiorno, quando i buoi, che tiravano l’aratro, improvvisamente si arrestarono prostrandosi al suolo. Egli, allora, levatosi dall’aratro e volgendo in alto lo sguardo, vide, posata sui rami del grande albero, la celeste Signora e si inginocchiò al Suo cospetto.

La Signora disse: “Io sono la Regina del Cielo: va in Canzano, e dì a quel popolo esser mia volontà che si edifichi una chiesa in mio onore nel Piano del Castellano”.

Recatosi in paese e riferito quanto aveva visto ed udito, Floro non venne creduto, ma la Madonna apparve nuovamente l’indomani e il giorno successivo, intervenendo con segni prodigiosi affinché il popolo credesse ed accogliesse la grazia ad esso riservata.

Nella seconda metà del XVIII secolo, mentre, secondo il volere della Vergine, si completava la costruzione della chiesa in Canzano, dalla corteccia di un pioppo, rinato da quello dell’apparizione, iniziò a sgorgare un “olio resinoso” e profumato, tanto abbondante da essere raccolto in caraffe e distribuito ai fedeli che giungevano da tutta la regione a chiedere grazie. Tra questi era una giovane cieca e muta di Fano a Corno (Isola del Gran Sasso) che, come testimoniato dal Pievano e dal Sindaco dell’epoca in un documento del 1798, ne fu miracolosamente guarita. Il balsamo curativo cessò di sgorgare intorno alla metà del ‘900.