Canzano
Situato sul crinale di colline che separa le valli dei fiumi Tordino e Vomano, a 440 metri di altitudine, il paese è circondato da uliveti e campi coltivati, riconoscibile, da ovunque lo si guardi, per il campanile svettante del suo Santuario. La chiesa dedicata alla Madonna dell’Alno si trova all’ingresso nel paese e di qui, seguendo l’antica cinta muraria, della quale permane un TORRIONE MEDIEVALE MERLATO, dall’arco di Porta Nuova, che sovrasta il Belvedere, si accede al centro storico.
Sul breve corso è un susseguirsi di vicoli stretti che collegano alla piazza, dominata dalla CHIESA DEDICATA AL PATRONO, SAN BIAGIO.
La chiesa
di S. Biagio
e il paese
Alcuni bei palazzi con pregevoli portali testimoniano l’Agusto passato del paese che ha raccolto la sua memoria in un “MUSEO DEI SAPERI FAMILIARI”. Di particolare interesse storico è una neviera risalente al XII secolo. Prossima al cimitero, costruito sui resti dell’antico monastero ad essa annesso, ma attualmente chiusa per i danni subito a seguito del terremoto, si erge la splendida chiesa romanica di S. SALVATORE, la cui fondazione risale all’anno Mille. La ricchezza delle pitture, attribuite al Maestro di Offida e di ispirazione giottesca, sebbene lacunose, hanno fatto considerare la chiesa come la “Cappella Scrovegni d’Abruzzo”.
Sulle origini del paese non si hanno dati certi, sebbene lo stemma comunale, in cui il profilo di un moro si staglia sui colli Civetta, San Salvatore e Castellano, sembri accreditare l’ipotesi della fondazione saracena. La stessa ambiguità circonda il nome, che si vorrebbe di derivazione romana.
un po’ di storia
A partire dall’Ottocento il paese fu sede di ordini e organizzazioni religiose: prima le Suore dell’Ordine di S. Anna, poi quelle della Divina Provvidenza, aprirono una scuola femminile di ricamo, che si innestava sulla pratica della bachicoltura e della produzione della seta in cui il paese aveva trovato una fiorente economia.
Una tradizione sulla quale si inserì nella seconda metà del ‘900 l’eredità di una maestra elementare, Editta Serpente, che inserì il ricamo nella scuola post-elementare, poi formalizzata nell’istituzione dell’Associazione Ars et Labor, ancora oggi fiore all’occhiello del pregiato artigianato locale.
Una cultura del borgo tutta da scoprire, quella di Canzano, per l’attivismo solidale e illuminato delle sue tante realtà associative come per le tipicità gastronomiche, prima fra tutti il prelibato “Tacchino alla Canzanese”, celebre per essere stato inserito nella dieta dei primi astronauti a bordo dell’Apollo 11, e lo Storione, raffinato dolce a base di creme e glassa di mandorle dalla peculiare forma dell’omonimo pesce.